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Sbarramento difensivo di Passo Monte Croce Comelico (Kreuzbergpaß)

Nel marzo 1939 lo studio relativo allo sbarramento arretrato del Passo di M.te Croce Comelico (Kreuzbergpaß 1636m.), appartenente in quel periodo al raddoppio del I° Sistema difensivo, divenne compito del XIV° C.A. Di Treviso.

Esattamente un´anno dopo il Comando del C.A. presentò un progetto compilato in conformità con la nuova normativa (circ. 15.000 del 31.12.1939). A sbarramento della direttrice Val di Sesto – M.te Croce venne proposta una sistemazione tipo „A“, composta da 7 opere resistenti ai grossi calibri, disposte tra il Passo ed il Piano della Biscia fino a collegarsi con l´impervio gruppo del Monte Popera (Hochbrunner Schneid, 3045m.). Armamento complessivo previsto: 6 obici da 100/17 – 3 p.a.c. - 31 mitragliatrici – 3 fucili mitragliatori. La difesa passiva anticarro del Passo prevedeva la realizzazione di un fossato per carri medi e l´ostruzione della rotabile con palizzata di travi di ferro (Np.20). Il progetto venne giudicato dagli Alti Comandi poco efficace a causa della sistemazione delle Opere sul terreno troppo lineare, ed allo stesso tempo troppo costoso.

La direttrice Val di Sesto – M.te Croce era ritenuta molto pericolosa in quanto consentiva l´accesso al Comelico Superiore ed al conseguente aggiramento del I° Sistema Cadorino e del suo raddoppio. Tenuto conto dell´importanza di attuare un efficace sbarramento del Passo di M.te Croce, gli Organi Superiori giudicarono necessario (sempre tenendo sotto controllo i costi) potenziarne la sistemazione.

Alla fine del dicembre 1940 gli sbarramenti, ad eccezzione del Passo Silvella, risultarono in buona parte ultimati. Un´anno più tardi e precisamente nel dicembre 1941, le sistemazioni difensive avevano raggiunto la conformazione definitiva che si può riassumere come segue:

 

  • Sbarramento di Monte Croce Comelico: 12 Opere ultimate, 3 sospese

  • Opere ultimate e 4 sospese.Sbarramento Alto Padola-Cresta di Vallorera: 3


Nel dopoguerra parte dello Sbarramento di M.te Croce Comelico venne reimpiegato nel nuovo sistema difensivo realizzato dall´Esercito Italiano e successivamente dismesso nel 1992. Di quanto esistente 7 Opere vennero riutilizzate con una potenza di fuoco così riassumibile: 27 mitragliatrici, 2 pezzi anticarro da 75/21 e 2 p.a.c. da 90/32L.

Per integrare l´azione delle Opere ex Vallo Alpino, a metà degli anni ´70 vennero posizionati alle spalle dello sbarramento due pezzi da 90/50 in torretta enucleata di carro armato M26 Pershing, protetti a loro volta da 2 mtr. in torretta a 4 feritoie di „nuovo tipo“. Tale sistemazione avrebbe dovuto tenere sotto controllo la SS 52 e la zona die Prati di Montecroce.

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